martedì 30 settembre 2014

Competenze sociali

Durante le prime settimane di scuola dedichiamo del tempo per osservare l'evolversi delle dinamiche sociali che si stanno instaurando all'interno della sezione. Queste rilevazioni ci permettono infatti di avere un quadro della situazione e di intervenire quando reputiamo sia il caso di modificare l'atteggiamento di uno o dell'altro bambino o dell'insegnante stessa nei confronti del singolo e/o del gruppo. 
Teniamo presente che il nostro obiettivo è che si venga a creare un bell'ambiente piacevole e rilassato in cui ciascuno si senta rispettato ed accolto.

Alcuni degli indicatori che, a mio parere, ci permettono di valutare il grado di socialità instauratosi in sezione sono i seguenti:

  • accetta la presenza dei compagni di sezione;
  • si relaziona positivamente con i compagni;
  • ricerca la compagnia dei coetanei;
  • comunica con i compagni attraverso le parole;
  • si relaziona con l'insegnante;
  • si rivolge all'insegnante verbalmente;
  • si relaziona con gli altri adulti della scuola;
  • ascolta gli altri;
  • condivide i giochi con gli altri;
  • non necessita di una figura mediatrice durante il gioco con i compagni;
  • non manifesta atteggiamenti eccessivamente egocentrici nel gioco di gruppo;
  • risolve i conflitti pacificamente;
  • non manifesta atteggiamenti aggressivi;
  • accetta le regole di un gioco di gruppo;
  • si dimostra rispettoso degli altri;
  • tratta in modo adeguato ciò che non gli appartiene (ad esempio i materiali della scuola).


Se si utilizzano gli indicatori come se fossero delle domande, nel tempo si dovrebbe ottenere un numero sempre maggiore di risposte positive. Prendiamo come esempio la domanda: "Il/La bambino/a condivide i giochi con gli altri?" Nei primi giorni di scuola può capitare che la risposta a questa domanda sia "No". Ciò indica che l'insegnante deve intervenire mediando i rapporti fra coetanei proponendo alcune modalità positive e rispettose di utilizzo dei giochi della sezione, in modo tale che tutti possano divertirsi.
In questo modo, con il tempo, la risposta alla domanda prescelta diventerà un "Si", facendoci dedurre che il/la bambino/a ha migliorato le proprie competenze sociali ed ora è in grado di relazionarsi in modo più efficace con gli altri.






lunedì 29 settembre 2014

Percezione della propria identità

All'inizio dell'anno scolastico i nostri bimbi si ritrovano immersi di punto in bianco in un contesto popolato da adulti che non hanno mai visto prima, immagini e suoni che pervadono il loro scenario ed un gruppo di bambini che, come loro, cercano di adattarsi al nuovo mondo nel quale sono stati catapultati. In questo processo però, dobbiamo fare attenzione che nessuno corra il rischio di smarrire se stesso. Cerchiamo perciò di valutare fin da subito qual è la conoscenza che ciascuno ha di sè e quanto questa immagine personale funga da punto di riferimento nel generare un contatto con il mondo esterno che sia sano e rispettoso della propria persona.


Alcuni degli indicatori che ci possono aiutare in questa valutazione potrebbero essere i seguenti:
  • conosce il proprio nome;
  • conosce i membri della propria famiglia;
  • riconosce il proprio contrassegno; 
  • riconosce il simbolo della propria sezione;
  • si riconosce come maschio/femmina;
  • si riconosce allo specchio;
  • si riconosce in una fotografia;
  • rappresenta se stesso.

Se si utilizzano gli indicatori come se fossero delle domande, nel tempo si dovrebbe ottenere un numero sempre maggiore di risposte positive. Prendiamo come esempio la domanda: "Il/La bambino/a riconosce il proprio contrassegno?" Nei primi giorni di scuola può capitare che la risposta sia "No". Bisogna dunque proporre dei giochi mirati e, congiuntamente, dare al/alla bambino/a la possibilità di familiarizzare con il proprio materiale scolastico (come bavaglino e asciugamano), dove solitamente compare il contrassegno. In questo modo, nel giro di qualche giorno, è auspicabile che la risposta alla domanda sopra menzionata diventi "Si", facendoci dedurre che il/la bambino/a ha imparato ad identificarsi con un determinato simbolo all'interno del nuovo contesto scolastico. Questo darà lui/lei sicurezza, poichè gli/le permetterà di riconoscersi parte di un nuovo gruppo, dimostrando un miglioramento nella percezione della propria identità.


P.S. Se qualcuno di voi si sta chiedendo cosa c'entri l'immagine di un'anguria con la valutazione della percezione di sè, bisogna fare un passo indietro nel tempo...quando Maestra Patrizia (la sottoscritta) non era altro che uno scricciolo sorridente il cui contrassegno era una bellissima anguria tonda, con accanto una fetta succosa la cui forma ricordava proprio il suo famoso sorriso a 36 denti.




sabato 20 settembre 2014

Giornata da gufi

Sarà il tempo, sarà l'avvicinarsi dell'autunno...ma questa è proprio una 
"giornata da gufi"!!
Qualche settimana fa mi è stato regalato un quaderno dalla copertina dolcissima (a destra nella foto) ed ho acquistato un libro per i miei bimbi (a sinistra nella foto).


"Un amico da trovare" mi ha colpito innanzitutto per le illustrazioni. Attirano immediatamente l'attenzione, sono rilassanti e danno la sensazione di entrare in un mondo incantevole dove regnano le tinte del verde e del blu. 

Se invece ci si sofferma sul testo, ci si accorge di quanto la storia sia romantica. Parla infatti di una gufetta di nome Olivia alla ricerca di un compagno. Fra le pagine del libro incontra diversi personaggi che le rispondono ciascuno con il proprio richiamo caratteristico: "cra, cra" la rana; "grrrr" l'orso e così via. Nel bosco vive un gufo di nome Berto che, come Olivia, è alla ricerca dell'anima gemella. Chissà se al termine della storia riusciranno ad incontrarsi!?! 

Certo, mi rendo conto che il finale sia un po'scontato, ma ricordiamoci che si tratta di una storia per bambini, i quali hanno bisogno di ricevere messaggi che li rassicurino, li mantengano stabili nella loro concezione degli affetti e fiduciosi verso il futuro. Una storia che parla di collaborazione, amore, ma anche di paure e turbamenti che però si risolvono in un lieto fine, non può che essere un bel racconto da gustare prima della nanna.




Trattandosi di una "giornata da gufi" ed essendo all'inizio di un nuovo anno scolastico, vi dedico anche questa buffa immagine pescata da internet. 





venerdì 19 settembre 2014

Libri per l'inserimento

Ecco alcuni libri utili da leggere a casa e a scuola con i nostri bimbi durante il periodo dell'inserimento:

"Alla scuola materna"  (Emile Beaumont, Sylvie Michelet)

"Anna va alla scuola materna" (Kathleen Amant)

"Coniglietto Bianco va alla scuola materna" (Marie-France Floury, Fabienne Boisnard)

"Giacomino va alla scuola materna" (Vilma Costetti, Monica Rinaldini)

"Il mio primo grande libro. La scuola materna" (Guido Wandrey)

"Salterino e Pulce alla scuola materna" (Hartmut Bieber)

"Sara va alla scuola materna" (Pauline Oud)

"Topo Tip non vuole andare all'asilo" (Marco Campanella)

"Vado alla scuola materna" (Nicoletta Costa)



mercoledì 17 settembre 2014

"I primi passi nella scuola materna"

Alcune settimane fa, per avere qualche carta in più da giocare nei primi giorni di scuola, ho deciso di leggere questo libro:




Le due scrittrici che hanno collaborato alla realizzazione di questo piccolo volume, sono due psicologhe specialiste nell'ambito della psicologia infantile e dell'adolescenza. Se devo essere sincera, ho deciso di comprarlo proprio per questo motivo. Infatti, ho notato che in molti si sentono autorizzati a scrivere di bambini e di scuola, ma in ben pochi hanno realmente le competenze per poterlo fare con serietà e cognizione di causa.

Purtroppo però, dopo le prime pagine mi sono dovuta ricredere siccome le considerazioni che vengono presentate sono frutto dei risultati di due tesi sperimentali (che mi par di aver capito appartengano alle due autrici...ma guarda un po'!) che hanno preso in esame circa 50 bambini...che mi sembrano un po' pochini per "fare di tutta l'erba un fascio". 

In più, sono rimasta sconcertata leggendo che le autrici si sentono addirittura in dovere di specificare che con il loro volume non intendono (testuali parole) "distogliere i genitori dall'intento di iscrivere il loro bambino alla scuola materna"...MA CI MANCHEREBBE ALTRO!!!
Ammetto di aver cercato l'anno di pubblicazione del libro solo dopo aver letto queste parole, forse proprio per via della perplessità che mi hanno indotto. Mi aspettavo che fosse un po' datato, visto la terminologia ormai superata di "scuola materna", ma non credevo che il testo originale risalisse addirittura al 1985...non ero neanche nata all'epoca!

Comunque, dopo questa partenza disillusoria che mi ha fatto pentire di aver "investito" la bellezza di 9 euro per un libricino di neanche 80 pagine, devo ammettere che il testo si è rivelato più utile e ben organizzato di quanto (ormai) mi aspettassi. Tratta, infatti, in maniera chiara e schematica quali sono le fasi che il "novellino" (come lo definiscono loro) mette in atto nel periodo dell'inserimento nella scuola dell'infanzia, prendendo in esame tale processo sia dal punto di vista del bambino, sia da quello della famiglia, che da quello delle insegnanti.
In più, in contrapposizione a quanto mi aveva sconcertato nelle prime pagine, di positivo c'è la presenza di un ultimo capitolo intitolato "Tutto è bene quel che finisce bene?! Ovvero, l'importanza degli anni della scuola materna" in cui si riconosce l'influenza che questa istituzione esercita ed eserciterà nei diversi ambiti della vita di chi ne prende parte.


In conclusione? E' un testo che consiglierei per gli ultimi giorni di vacanze estive. Si presenta leggero e scorrevole, chiaro e schematico, ed in più offre anche diversi spunti pratici. Unico dubbio: comprarlo in libreria come ho fatto io, o prenderlo di seconda mano o in biblioteca, siccome si legge in poche ore? A voi la scelta.